La vendetta, il perdono o che cosa
Moderatori: Pinchuruwia, Tuna, Mayu
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Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Beh devo dire che mi avete piacevolmente colpito, in quanto sono in linea e concordo con tutti (eccetto Mayu ).
Ma concordo essenzialmente con questo:
Pugnando ovviamente altrimenti... ...si potrebbe correre il rischio di rimanere soli.
Un saluto.
Maldito
Ma concordo essenzialmente con questo:
e:Kaniats ha scritto:Gli spiriti fanno compensazioni che a noi sembrano non proporzionali perchè siamo nell'inganno di questa realtà, noi dobbiamo decidere se vendicarci o dimenticare, ma il potere va usato in un modo corretto, (inteso senza implicazioni morali) altrimenti mentre pensiamo di punire i nostri "nemici " stiamo solo perdendo potere.
e anche:Tuna ha scritto:Quindi bisogna lavorare e impiegare il Potere nella direzione adatta, per un territorio adatto.
Ok Chair ma non è determinante... Leggi:Chaìr ha scritto:Sconfiggere un nemico debole ... è debole uno che ti fa un danno grave?
Aggiungo io che per ottenere e rispettare tutto ciò sopra esposto e riportato occorre, sì Potere ben usato, indirizzato e oliato, ma anche + Condivisione consapevole possibile con Altri in modo da seguire al meglio, collettivamente e proficuamente il flusso della vita ad infinitum.Kaniats ha scritto:mentre pensiamo di punire i nostri "nemici " stiamo solo perdendo potere.
Pugnando ovviamente altrimenti... ...si potrebbe correre il rischio di rimanere soli.
Un saluto.
Maldito
“Un Kolibrì dorato arrivò volando a casa nostra e portò una nuova alba sul nostro altare. La luce si avvicina riflettendo la gioia che soffia il vento svegliandosi un nuovo giorno e la freschezza della montagna porta l'essenza di un Kolibrì innamorato”.
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
E' debole uno che ci fa un danno grave?
Beh, perchè no? Chiaro che siamo tutti fortissimi e quindi chi ci ferisce dev'esserlo pure lui:???: ma per ferirci non per forza bisogna essere forti (avere potere) i miti sono pieni di storie simili, i deboli attaccano a lle spalle, tradiscono e usano i mezzi a loro disposizione, l'onore è una bella parola, ma sono in pochi quelli che possono permettersi di usarlo, tra pari forse, e anche così è semplicemente una regola che limita il gioco, in natura il leone attacca la preda dopo essersi nascosto nell'erba, non le manda una lettera di sfida con appuntamento all'alba.... Ci sarebbe una distesa di leoni molto onorevoli morti di fame.
Poi, abbiamo un concetto di danno grave che penso sia diverso da quello di un nativo, che risponderebbe appunto con una compensazione forte.
Il potere si ottiene sconfiggendo un nemico più forte di noi, poi se il metodo usato viola dei tabù allora veniamo puniti.
Mi pare che le tsantse venissero fatte se il nemico era un potente guerriero, se eri una mezza tacca ti lasciavano la testa dopo averti ammazzato
Beh, perchè no? Chiaro che siamo tutti fortissimi e quindi chi ci ferisce dev'esserlo pure lui:???: ma per ferirci non per forza bisogna essere forti (avere potere) i miti sono pieni di storie simili, i deboli attaccano a lle spalle, tradiscono e usano i mezzi a loro disposizione, l'onore è una bella parola, ma sono in pochi quelli che possono permettersi di usarlo, tra pari forse, e anche così è semplicemente una regola che limita il gioco, in natura il leone attacca la preda dopo essersi nascosto nell'erba, non le manda una lettera di sfida con appuntamento all'alba.... Ci sarebbe una distesa di leoni molto onorevoli morti di fame.
Poi, abbiamo un concetto di danno grave che penso sia diverso da quello di un nativo, che risponderebbe appunto con una compensazione forte.
Il potere si ottiene sconfiggendo un nemico più forte di noi, poi se il metodo usato viola dei tabù allora veniamo puniti.
Mi pare che le tsantse venissero fatte se il nemico era un potente guerriero, se eri una mezza tacca ti lasciavano la testa dopo averti ammazzato
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Kaniats ha scritto: l'onore è una bella parola, ma sono in pochi quelli che possono permettersi di usarlo
Claro que sì. Condivido.Kaniats ha scritto:Poi, abbiamo un concetto di danno grave che penso sia diverso da quello di un nativo, che risponderebbe appunto con una compensazione forte.
Il potere si ottiene sconfiggendo un nemico più forte di noi, poi se il metodo usato viola dei tabù allora veniamo puniti.
Chair, io (misteriosamente o no) non la penso affatto come te e mi sembrava in questi post di essermi speigato, ma forse non l'ho fatto abbastanza bene per farti comprendere che io, e lo ridadisco, sono in linea con Kaniats e non con te, anche se ti condivido in qualcosa o in alcune sfumature/esternazioni tue personali.Chaìr ha scritto:Maldito ha scritto:
Quindi cosa...Chair?
[...]
Non comprendo perchè una persona debba frenarsi a vendicarsi, specie se il torto o il danno è grave. La vedo come una buona compensazione, anche perchè sempre esistita nelle culture tradizionali. O no?
Haha, mi sa che andiamo d'accordo, misteriosamente la penso ESATTAMENTE come te!
Se mi vendico lo faccio realmente per compensare ossia: "1 a 1 palla al centro", come direbbe un commentatore sportivo. Non so se ti è chiaro adesso?
Tra le righe e non tanto:Chaìr ha scritto:Beh una cosa è certa: lo sciamanesimo ci insegna soprattutto il valore della compensazione. Don Juan disse che si può provare a insistere se conviene, ma bisogna sapersi adeguare a ciò che la via che ha un cuore ti porta.
Questo concetto puoi descriverlo con mille diversi vocabolari, ma io riporterò, per condividerne con voi il potere, ciò che uno spirito burlone ma amichevole mi ha detto, fattomi conoscere da *qualcuno* dopo avermi tormentato per ore con un infinito discorso integralmente in romagnolo (vero Mayu? ) che me l'ha fatto anche scrivere e che tradurrò in Italiano:
"Caro Fabio c'è una cosa che non hai ancora imparato
che stai passando la vita ad urlare
perché sei capace solo di essere arrabbiato
ma per vivere la vita sai cosa devi sapere?
che se bevi dell'acqua ti passa la sete
ma quando l'hai bevuta, quell'acqua,
poi devi comunque lasciarla andare ..."
(in romagnolo faceva più o meno rima, è stato un po' tediante ma spassoso)
Quindi si, puoi anche vendicarti e bere tanta acqua, dissetarti a lungo, ma dovrai comunque farti passare la rabbia, questo perché la vendetta non necessariamente compensa.
L'Uwishìn ha spiegato in mille modi che Potere, compensazione ed equilibrio sono le basi ... sempre se la mia diversa giovinezza non mi ha portato a travisare tutto.
Che fatica! Mah, mi tocca rileggere tutti i tuoi post (oh Chair/Fabio) che avevo visto e scriverti:Chaìr ha scritto:questo perché la vendetta non necessariamente compensa.
Ma sei proprio sicuro di quello che asserisci o magari ti passa anche un barlume di coscienza e di consapevolezza, anche tangente alla tua mente?
Certo che la vendetta compensa, basta che sia equa. Mi uccidi il figlio? Ti ucccido la figlia! Mi incendi la tenda? Ti incendio la tenda! Dai fuoco a una foresta innocente? Cospargo di benzina te e tutta la tua famiglia e vi do fuoco!
E gli esempi sono infiniti...
Se sei un tipo "rabbioso", gli altri e io non possiamo fare mica molto sai? Ti leghiamo a una seggiola?
E non so quante poesie in romagnolo ti devono dedicare per farti aprire meglio gli occhi.
Il mio consiglio è questo. Cerca di leggere meglio i post e cerca di portare la consapevolezza al petto e prova a mettere sul comodino la mente e di non ascoltare quel mattacchione di Don Juan.
Mi speghi, visto che hai letto Castaneda, cosa dice Don Juan della compensazione. Io non lo so davvero, perchè avrò letto , sì e no, due dei suoi manuali. . Non capisco cosa significhi: "si può provare a insistere se conviene" e soprattutto "ma bisogna sapersi adeguare a ciò che la via che ha un cuore ti porta". Cosa? Non afferro o forse mi manca qualche omissis presente nel libro che hai letto. Attendo lumi per compensare la mia ignoranza.Chaìr ha scritto:Beh una cosa è certa: lo sciamanesimo ci insegna soprattutto il valore della compensazione. Don Juan disse che si può provare a insistere se conviene, ma bisogna sapersi adeguare a ciò che la via che ha un cuore ti porta.
Animo y Fuerza
Maldito
“Un Kolibrì dorato arrivò volando a casa nostra e portò una nuova alba sul nostro altare. La luce si avvicina riflettendo la gioia che soffia il vento svegliandosi un nuovo giorno e la freschezza della montagna porta l'essenza di un Kolibrì innamorato”.
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Ad un certo punto abbiamo iniziato a girare attorno alla questione in maniera inconcludente, non ho ribadito i concetti che avevo messo in post precedenti per non intasare il topic ma il nocciolo è appunto che la vendetta deve compensare.
Le parole di Don Juan sono criptiche ma secondo me si prestano al contesto: la via che ha un cuore dipende appunto da ciò che vuole il tuo cuore, o forse dovremmo dire più in generale il tuo essere profondo, sappiamo che è difficile circoscrivere razionalmente queste cose (lo abbiamo visto nei cerchi quanto sia difficile definire l'anima), per cui meglio le parole di Don Juan che sono imprecise ma comunque belle e coinvolgenti e a mio avviso contengono proprio questo concetto.
Questo apre uno scenario che non è affatto facile da comprendere e richiede più esperienza che conoscenza, almeno a quanto mi è dato di capire.
Parafrasando lo spiritello che mi ha gentilmente aiutato con una mia aggiunta:
"L'acqua deve passare, la rabbia con essa, ma mentre passa o si nuota o si affoga."
Che è poi quello che sottintendeva a mio avviso.
Pensare "siamo tutti forti" e dunque "tutti gli altri sono deboli" è vero che è fuorviante, ma se ci hanno fatto un danno grave assume lo stesso peso il ragionamento? Non credo proprio. Questo è sbilanciato al contrario ed egualmente fuorviante perché parti dal presupposto di subire passivamente qualunque cosa.
Deve esistere una misura, non è una di quelle cose per cui esiste il metro ovviamente, ma una misura di quello che sei e di quello che per te è importante devi averla, anche se non si esprime in metri e non esiste lo strumento per misurarla.
Se è vero che è sprecare potere vendicarsi in certe circostanze (quali è difficile da dire), è altrettanto sprecare potere se chiunque può arrivare a danneggiarti perché non trova da parte tua uno straccio di difesa.
Una vendetta equa richiede comunque potere, a quel punto sta molto anche in ciò che desideri, per qualcuno potrebbe essere uno spreco spendere svariate migliaia di euro per viaggiare dall'altra parte del mondo a fare un lavoro spirituale, per altri è una cosa importantissima.
Il primo dirà che hai sprecato migliaia di euro il secondo che investi bene il tuo denaro.
Allora se io ho potere per difendere ciò che per me importa, che è la mia via, quella che ha un cuore per me, devo partire dal presupposto che parte di quel potere potrebbe servirmi in ogni momento per difenderla.
Allo stesso modo posso tenere qualche risparmio in banca per affrontare spese impreviste, tra cui anche spese di giustizia, non ci vedo un abisso di differenza.
Del resto se dentro di te albergano spiriti di vendetta anche la frustrazione è uno spreco di potere.
Semmai potremmo chiederci se non esista una maniera più proficua della vendetta in sè per placcare la loro sete, tra cui allontanarli da te. Ma questo compensa? Non è detto.
In sintesi io credo che tu debba avere il potere sufficiente per non lasciarti sopraffare dalle cose, questo vale a prescindere da quale potere tu voglia esercitare, a quel punto se sei veramente capace di gestire la vendetta ne trarrai potere, se non ne sei capace ne subirai le conseguenze negative. Se sei forte mediterai una vendetta equa, se sei debole ti lascerai sopraffare dalla rabbia cieca.
E questo vale per qualunque aspetto della vita: si tratta di capire se sei capace o meno di dominarlo, altrimenti sarà lui a dominare te.
Le parole di Don Juan sono criptiche ma secondo me si prestano al contesto: la via che ha un cuore dipende appunto da ciò che vuole il tuo cuore, o forse dovremmo dire più in generale il tuo essere profondo, sappiamo che è difficile circoscrivere razionalmente queste cose (lo abbiamo visto nei cerchi quanto sia difficile definire l'anima), per cui meglio le parole di Don Juan che sono imprecise ma comunque belle e coinvolgenti e a mio avviso contengono proprio questo concetto.
Questo apre uno scenario che non è affatto facile da comprendere e richiede più esperienza che conoscenza, almeno a quanto mi è dato di capire.
Parafrasando lo spiritello che mi ha gentilmente aiutato con una mia aggiunta:
"L'acqua deve passare, la rabbia con essa, ma mentre passa o si nuota o si affoga."
Che è poi quello che sottintendeva a mio avviso.
Pensare "siamo tutti forti" e dunque "tutti gli altri sono deboli" è vero che è fuorviante, ma se ci hanno fatto un danno grave assume lo stesso peso il ragionamento? Non credo proprio. Questo è sbilanciato al contrario ed egualmente fuorviante perché parti dal presupposto di subire passivamente qualunque cosa.
Deve esistere una misura, non è una di quelle cose per cui esiste il metro ovviamente, ma una misura di quello che sei e di quello che per te è importante devi averla, anche se non si esprime in metri e non esiste lo strumento per misurarla.
Se è vero che è sprecare potere vendicarsi in certe circostanze (quali è difficile da dire), è altrettanto sprecare potere se chiunque può arrivare a danneggiarti perché non trova da parte tua uno straccio di difesa.
Una vendetta equa richiede comunque potere, a quel punto sta molto anche in ciò che desideri, per qualcuno potrebbe essere uno spreco spendere svariate migliaia di euro per viaggiare dall'altra parte del mondo a fare un lavoro spirituale, per altri è una cosa importantissima.
Il primo dirà che hai sprecato migliaia di euro il secondo che investi bene il tuo denaro.
Allora se io ho potere per difendere ciò che per me importa, che è la mia via, quella che ha un cuore per me, devo partire dal presupposto che parte di quel potere potrebbe servirmi in ogni momento per difenderla.
Allo stesso modo posso tenere qualche risparmio in banca per affrontare spese impreviste, tra cui anche spese di giustizia, non ci vedo un abisso di differenza.
Del resto se dentro di te albergano spiriti di vendetta anche la frustrazione è uno spreco di potere.
Semmai potremmo chiederci se non esista una maniera più proficua della vendetta in sè per placcare la loro sete, tra cui allontanarli da te. Ma questo compensa? Non è detto.
In sintesi io credo che tu debba avere il potere sufficiente per non lasciarti sopraffare dalle cose, questo vale a prescindere da quale potere tu voglia esercitare, a quel punto se sei veramente capace di gestire la vendetta ne trarrai potere, se non ne sei capace ne subirai le conseguenze negative. Se sei forte mediterai una vendetta equa, se sei debole ti lascerai sopraffare dalla rabbia cieca.
E questo vale per qualunque aspetto della vita: si tratta di capire se sei capace o meno di dominarlo, altrimenti sarà lui a dominare te.
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Aho giò mi chiamo ChaìrMaldito ha scritto: Se sei un tipo "rabbioso", gli altri e io non possiamo fare mica molto sai? Ti leghiamo a una seggiola?
Forse era questo che volevano dire spiriti e uwishin quando l'han scelto?
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Mi chiarisco: un danno grave per me non è certo vivere tra persone che mi stanno antipatiche, non ho l'ego così smisurato da pensare che le persone che mi circondano siano TUTTE sbagliate e io l'unico a detenere uno stile di vita sano e quindi qualunque cosa facciano che mi infastidisce io debba decapitarle!Chaìr ha scritto: ... è debole uno che ti fa un danno grave?
Se io dico danno grave intendo GRAVE, qualcosa di consapevolmente mirato ed architettato per danneggiarmi, qualcosa che mi mette fuori gioco con ferite da leccarmi che impiegano mesi per rimarginarsi.
Uno stolto difficilmente può produrre un danno del genere salvo rari casi fortuiti, infatti non ce l'ho col mondo intero, anche se riconosco di vivere in un territorio che non mi è congeniale, ma ce l'ho con specifiche e meschine persone che hanno deliberatamente tramato abusando della mia buona fede.
Sono di indole assolutamente incazzereccia, ma ciò nonstante finora è bastato il nome Chaìr, la sedia vera e la corda non sono ancora servite .... ancora
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
"Sedia claudicante*", non ho resistito dal desiderio di risponderti...
Chair ascolta questa canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=lJfeMq2C1tE
La ricordi?
Ma cosa sono i desideri?
http://it.wikipedia.org/wiki/Desiderio_(filosofia)
Non ho mai sentito questa parola uscire dalla bocca di Tsunki, per prenderla come elemento fondante!... o forse dormivo in quel momento o forse non c'ero in quel Cerchio... Mah...Mistero...
Desiderio? Ma cos'è stò desiderio?
http://gigionazpol.blogspot.it/2011/10/ ... egati.html
Interessante questo LAV/gigionaz... e se avesse ragione lui? Mah...
Desiderio di vendetta? E il Sogno? Sogno di vendetta? Cenerentola ci prende tutti in giro? O solo i bambini? O è un trucco, magari pseudo-sciamanico? La parola a Walt Disney! tu sai che Walt è stato un famoso massone?
Beh anche Totò e milioni di altre persone se è per questo. C'è chi asserisce che sia stato un satanista!?! Ma dai... davvero?
Ma in fondo direi: Ma che caspita c'entra il desiderio con la vendetta?!?...come il cavolo a merenda! E due! oh Kadrega ** ma che stà a dì?!? eh eh...o forse c'entra davvero...mumble mumble...o forse la vendetta si fa e basta...e peste lo colga!
Maremma diavola!.. quanto mi fai scrivere...Aho...
Ci vediamo presto. Affila le lame che mi devi aiutare a ritirare un Kanguro giallo cipro a 4 ruote, così l'abbozzi di colpire dissennatamente e rabbiosamente quella povera tastiera...
Maldito
(*): nome Lakota dato dal famoso sciamano "Mi-siedo-davanti-a-te...e-ora-che-dici?"
(**): nome shuar/meneghino
E hai scritto nelle righe:Chaìr ha scritto:Una vendetta equa richiede comunque potere, a quel punto sta molto anche in ciò che desideri, per qualcuno potrebbe essere uno spreco spendere svariate migliaia di euro per viaggiare dall'altra parte del mondo a fare un lavoro spirituale, per altri è una cosa importantissima.
Ammazza quanto le hai sparate grosse...anvedi! Sei peggio di uno sciamacomico...eh ehChaìr ha scritto:a quel punto sta molto anche in ciò che desideri,
Chair ascolta questa canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=lJfeMq2C1tE
La ricordi?
Ma cosa sono i desideri?
http://it.wikipedia.org/wiki/Desiderio_(filosofia)
Non ho mai sentito questa parola uscire dalla bocca di Tsunki, per prenderla come elemento fondante!... o forse dormivo in quel momento o forse non c'ero in quel Cerchio... Mah...Mistero...
Desiderio? Ma cos'è stò desiderio?
http://gigionazpol.blogspot.it/2011/10/ ... egati.html
Interessante questo LAV/gigionaz... e se avesse ragione lui? Mah...
Desiderio di vendetta? E il Sogno? Sogno di vendetta? Cenerentola ci prende tutti in giro? O solo i bambini? O è un trucco, magari pseudo-sciamanico? La parola a Walt Disney! tu sai che Walt è stato un famoso massone?
Beh anche Totò e milioni di altre persone se è per questo. C'è chi asserisce che sia stato un satanista!?! Ma dai... davvero?
Ma in fondo direi: Ma che caspita c'entra il desiderio con la vendetta?!?...come il cavolo a merenda! E due! oh Kadrega ** ma che stà a dì?!? eh eh...o forse c'entra davvero...mumble mumble...o forse la vendetta si fa e basta...e peste lo colga!
Maremma diavola!.. quanto mi fai scrivere...Aho...
Ci vediamo presto. Affila le lame che mi devi aiutare a ritirare un Kanguro giallo cipro a 4 ruote, così l'abbozzi di colpire dissennatamente e rabbiosamente quella povera tastiera...
Maldito
(*): nome Lakota dato dal famoso sciamano "Mi-siedo-davanti-a-te...e-ora-che-dici?"
(**): nome shuar/meneghino
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“Un Kolibrì dorato arrivò volando a casa nostra e portò una nuova alba sul nostro altare. La luce si avvicina riflettendo la gioia che soffia il vento svegliandosi un nuovo giorno e la freschezza della montagna porta l'essenza di un Kolibrì innamorato”.
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Questa definizione filosofica che da Wikipedia di desiderio a casa mia si chiama capriccio ...http://it.wikipedia.org/wiki/Desiderio_(filosofia) ha scritto:Desiderio è uno stato di affezione dell'io, consistente in un impulso volitivo diretto a un oggetto esterno, di cui si desidera la contemplazione oppure, più facilmente, il possesso. La condizione propria al desiderio comporta per l'io sensazioni che possono essere dolorose o piacevoli, a seconda della soddisfazione o meno del desiderio stesso.
Questo è il desiderio!Maldito ha scritto:"Sedia claudicante*", non ho resistito dal desiderio di risponderti...
E' semplice e sincero, viene dal cuore e ti fa sproloquiare tante cose ... qualche bigotto potrebbe offendersi, chi apprezza la sincerità invece ci vede comunque dentro la bellezza.
Chi ha letto Castaneda ci potrebbe vedere dentro l'ascoltare il cuore di Don Juan.
http://www.carloscastaneda.it/Libri-Cas ... -Cuore.htm
Mah senti se lo dice uno che si chiama Gigionaz sono portato a crederciMaldito ha scritto:http://gigionazpol.blogspot.it/2011/10/ ... egati.html
Interessante questo LAV/gigionaz... e se avesse ragione lui? Mah...
Che poi è interessante il contrasto tra il nome agreste e gli aulici discorsi in cui si lancia
Scherzi a parte ... "mancanza di stelle" ... interessante, un po' come dire che il desiderio sei tu che vorresti avere la stella ma tanto è là lontana ed irraggungibile, quindi prenderla è impossibile e quindi il desiderio è in definitiva un vaneggio.
Vabbè ma uno che vuole una stella ... in questa o l'altra realtà? Se la vuole in questa compatiamolo.
Tornando in topic: io invece ho sentito Tsunki parlare del desiderio di esplorare e di scambiare potere in alcuni cerchi e di come questo sia alla radice della vita. Se poi vogliamo spaccare l'atomo di questa parola finiamo per forza fuori strada perché le togliamo il potere che ha.
Se la memoria non mi inganna (la diversa giovinezza è sempre li in agguato) ne abbiamo parlato al cerchio sulla Red de Luz, dove ha spiegato alcune cose sul cibo e sul sesso che sono i principali modi di scambiare potere e di esplorare il mondo, ma anche in cerchi più recenti sono riemersi questi concetti con qualche ulteriore dettaglio o aggiustamento.
Dovrei scartabellare gli appunti, cosa che finora non ho ancora fatto su nessun cerchio, ho lasciato che mi permeasse solo ciò che ero in grado di trattenere e di non forzare niente, quindi lo farò solo se è strettamente necessario.
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
E' interessante che sia stato ripreso questo vecchio post proprio nel giorno in cui ho chiuso una situazione per me conflittuale, che si trascinava da 15 anni. Ai tempi, a causa di controversie condominiali, io e mia mamma avevamo interrotto rapporti di amicizia trentennali con una persona alla quale ero stata molto affezionata. A causa di questa situazione, sia io che mia madre ed una ns amica, siamo state oggetto di cattiverie da parte degli altri condomini, fino ad arrivare alla truffa nei ns confronti, con notevole, e non dovuto, esborso di soldi per un danno inesistente. Non sto a raccontare tutto quanto ma, specialmente io, mi son sentita tradita da questa vecchia amica non tanto perchè le sue idee erano diverse dalle mie, ma in quanto si era prestata, assieme agli altri, all'inganno. Da quel giorno non l'ho più salutata.Sono passati gli anni e le cose si sono calmate ma il rapporto non è stato più ripreso e fino ad un anno fa, se mi era facile essere indulgente con gli altri, proprio con questa persona rimanevo ferma sulle mie posizioni: il tradimento mi bruciava ancora....Ora qualcosa dentro di me è cambiato e sono convinta che ti arriva quello di cui tu hai bisogno per imparare, per riflettere...Ho una certa età e sento l'esigenza di non lasciare dietro di me niente di sospeso per cui ieri ho chiamato quella persona e le ho chiesto se potevo farle gli auguri..tutto il resto è venuto da se....Alla fine della lunga telefonata, durante al quale mi sono rifiutata di tornare alle vecchie cose - almeno per me non hanno più senso - mi sono sentita bene, in pace con me stessa. Il bello è che la persona mi ha quasi dato la colpa di averle tolto il saluto senza motivo: questo dimostra come si vivono in modo differente le situazioni e quanto, almeno in questo caso, sarebbe stato inutile il rivangare tutto. Mi sono fatta un bel regalo di Natale, perchè ho seguito il mio cuore. Non dico però che tutti debbano fare così: queste cose non puoi importele. Se senti il bisogno di vendicarti, anche se non sono d'accordo, penso che devi seguire il tuo sentire ed accettarne le conseguenze e gli insegnamenti, che arriveranno di sicuro. Siamo sempre responsabili di quello che ci arriva ed impariamo e cresciamo sempre.Grazie a tutti e Buon Anno
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Ciao Zialala, piacere di leggerti per la prima volta.zialala ha scritto:Mi sono fatta un bel regalo di Natale, perchè ho seguito il mio cuore. Non dico però che tutti debbano fare così: queste cose non puoi importele. Se senti il bisogno di vendicarti, anche se non sono d'accordo, penso che devi seguire il tuo sentire ed accettarne le conseguenze e gli insegnamenti, che arriveranno di sicuro. Siamo sempre responsabili di quello che ci arriva ed impariamo e cresciamo sempre.
Mi fa piacere, realmente, che tu ti sia fatta un bel regalo di Natale, al quale certamente aspiravi...altrimenti chi te lo avrebbe fatto fare. Giusto?
Credo che però le due posizioni (vendetta e compensazione di un inganno mediante remissione) possono anche coesistere, in quanto non è un dogma nè l'una nè l'altra.
Mi spiego meglio.
Il tuo atteggiamento di perdono è, se così si può dire, lodevole o apprezzabile in una certa misura ma potevi anche scegliere di continuare a covare risentimento e disapprovazione o (udite udite) di vendicarsi (fargliela pagare salata) , nei confronti di una persona alla quale eri legata affettuosamente (così traspare) ma che però si è associata alla cattiveria di altri e che ti aveva tradita al punto tale di approfittarsene economicamente. Da come scrivi sembra addirittura che questa persona si riteneva innocente e ti ha perfino rinfacciato di averle tolto il saluto. Un bel tipetto, direi.
Tu la chiami indulgenza ma il significato di questa parola è ben preciso ed è legato solo esclusivamente alla fede cristiana anche se è stato traslato erroneamente in tolleranza, mitezza e benigninità (niente a che vedere con il comico toscano .). Oltretutto anche la benignità ha un significato prettamente religioso (leggi anche la Bibbia Esodo 20:6; Salmi 136, 106, 107, 118, la Torah, Galati 5:22 etc.).
Secondo la mia personale opinione ( e non voglio essere ieratico...) , ti sei lasciata andare e non hai preferito, stranamente, difendere la tua dignità e integrità morale per eccesso di bontà volta, forse, più a un buonismo troppo facile da perseguire. Ovviamente io avrei fatto molto diversamente da te. Ma io sono io e te sei te.
Pieno rispetto delle tue scelte, sia ben chiaro Zialala!
Io, per contro, avrei acconsentito a far pace solo nel caso in cui questa persona fosse tornata a Canossa e si fosse resa disponibile a chiedermi scusa e a rifondermi del maltolto. Un atteggiamento così lo posso non solo tollerare (che sarebbe riduttivo) ma apprezzare tantissimo in quanto lei avrebbe, così facendo, rimesso a pieno il suo peccato nei miei confronti. Mi metto nei tuoi panni e scusa se sono così esplicito.
Il perdono facile è tipico di chi non si vuole sforzare a tal punto da rimettere realmente le cose come stanno e che stanno più a cuore e se tu scrivi che c'è stato, come c'è stato, un inganno condiviso non credo sia buona medicina avergliela fatta passare liscia, senza nemmeno voler chiarire ciò che era accaduto in passato visto che:
Essere buoni è facilissimo. Mi suona strano che tu non abbia colto l'occasione di sapere dalle sue labbra almeno il perchè di un atteggiamento così scorretto a tal punto che gli hai tolto il saluto (questo è facile, lo può fare chiunque...) dato che:zialala ha scritto:Ho una certa età e sento l'esigenza di non lasciare dietro di me niente di sospeso
Mi posso anche sbagliare e magari mi mancano ancora altri termini di valutazione e ciò che scrivo può sembrare un'interpretazione sommaria, ma mi sono limitato a leggere il tuo post e basta e quello che hai scritto non mi sfagiola*.zialala ha scritto:il tradimento mi bruciava ancora....
Non ti avevo mai incrociato su queste righe e mi farebbe, comunque, piacere rileggerti presto.
Ti auguro un sereno e proficuo 2014.
Maldito
(*): soddisfa (toscanismo)
“Un Kolibrì dorato arrivò volando a casa nostra e portò una nuova alba sul nostro altare. La luce si avvicina riflettendo la gioia che soffia il vento svegliandosi un nuovo giorno e la freschezza della montagna porta l'essenza di un Kolibrì innamorato”.
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Chaìr ha scritto:Questa definizione filosofica che da Wikipedia di desiderio a casa mia si chiama capriccio ...
Wikipedia o Wakikipedia?Chaìr ha scritto:Dovrei scartabellare gli appunti, cosa che finora non ho ancora fatto su nessun cerchio, ho lasciato che mi permeasse solo ciò che ero in grado di trattenere e di non forzare niente, quindi lo farò solo se è strettamente necessario.
Potresti aprire un Topic da titolo "Desiderio"...sarebbe molto ma molto,interessante. Orsù!
Concordo pienamente.Chaìr ha scritto:Scherzi a parte ... "mancanza di stelle" ... interessante, un po' come dire che il desiderio sei tu che vorresti avere la stella ma tanto è là lontana ed irraggungibile, quindi prenderla è impossibile e quindi il desiderio è in definitiva un vaneggio.
Vabbè ma uno che vuole una stella ... in questa o l'altra realtà? Se la vuole in questa compatiamolo.
Queste cose lasciamole fare ai miopi e presuntuosi scienziati...Chaìr ha scritto: Se poi vogliamo spaccare l'atomo di questa parola finiamo per forza fuori strada perché le togliamo il potere che ha.
Cerchiamo di essere on-topic e rientriamo nei ranghi. E' molto meglio, credimi Kadreja* (©Maldito), così non corriamo il rischio di perdere Potere inutilmente.
A risentirti e a rileggerti.
M.E.L.M.
acronimo di Maldito Entre Los Malditos (©Tsunki)
(*): "j" si legge "g" non jota.
“Un Kolibrì dorato arrivò volando a casa nostra e portò una nuova alba sul nostro altare. La luce si avvicina riflettendo la gioia che soffia il vento svegliandosi un nuovo giorno e la freschezza della montagna porta l'essenza di un Kolibrì innamorato”.
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Immaginavo di poter essere fraintesa.....Ho raccontato quanto da me vissuto non per porlo come esempio ma per raccontare una delle soluzioni possibili: non sono cattolica e non seguo la relativa morale etc..ed ho agito solo seguendo quello che sentivo dentro di me. Non sono vendicativa e quindi la vendetta non rientra nei miei schemi comportamentali e non ho ritenuto opportuno avere ulteriori spiegazioni dalla persona in questione in quanto, vista la premessa, era chiaro che aveva avuto una visione distorta, o no?, di tutta la faccenda. Molte volte mi sono incaponita nel voler essere chi riporta "giustizia" nelle situazioni e molte volte ho capito che le cose giravano da sole, senza necessariamente un intervento da parte mia. Se leggi bene, affermo che ognuno deve agire secondo il suo sentire, altrimenti non è coerente con il suo essere, per cui, se tu hai la necessità di spiegazioni, di scuse, etc. è giusto che tu agisca in tale senso. Attualmente io non ho queste esigenze: sono piuttosto consapevole che attiro persone e situazioni di cui ho bisogno per imparare e non mi sento sminuita nella mia dignità se agisco in questo modo. Sono consapevole di chi sono e di che cosa valgo -!?! - e questa mia consapevolezza non dipende, almeno in questo caso, dal comportamento di altri. Vorrei far arrivare lo stato d'animo con cui ho agito: non mi son sentita né indulgente, né benevola nè particolarmente buona e non ho avuto bisogno di perdonare né di capire: ho solo accettato quello che era accaduto e l'ho guardato con altri occhi. Non c'è stato alcun ragionamento morale ma solo desiderio di chiudere un cerchio. Spero di essermi spiegata. Grazie per gli auguri che contraccambio e comunque non è la prima volta che scrivo in questo forum ed in quello relativo ai sogni.
Per inciso, con gli anni la situazione ha avuto la sua compensazione anche dal punto di vista economico.
Per inciso, con gli anni la situazione ha avuto la sua compensazione anche dal punto di vista economico.
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Premessa:
Il post è lunghissimo (ricco di molti Quotes e note a piè dim pagina che lo appesantiscono), lo so, e infrango una regola del forum. Non sapevo fare altrimenti e esorto i moderatori a comunicarmi se lo devo cancellare o meno oppure ridurre ai minimi termini o a frammentarlo in più post. Più di così non sapevo come fare.
Zialala, sono disponibile anche a scambiarci i cellulari o darti la mia mail in modo che questo post non diventi un biloquio esclusivo fra noi...rischiando di andare
Comunque...
Cosa è successo per passare da uno spirito legato alla giustizia** a una decisione di mutarti in non-intervenista? Questo mi sfugge...
Addirittura:
Buena suerte y Salud.
Maldito
(*): Le virgolette sono un segno tipografico usato per contraddistinguere una parola o una frase come citazione, discorso diretto, per evidenziarne la natura gergale, tecnica, metaforica o dialettale, o per parole e frasi straniere non ancora entrate nell'uso comune della lingua.[1] Vengono inoltre utilizzate da numerosi linguaggi di programmazione per delimitare le stringhe.
Nota 1^ Secondo Catach, già dal XVI secolo, l'uso delle virgolette sembra passare dalla funzione di richiamo dell'attenzione o di rinvio a margine (riferimento), a quello di segno della punteggiatura a tutti gli effetti. Cfr. Nina Catach, L'Ortographie française a l'époque de la Renaissance, Genève, Librairie Droz, 1968, p.300.
Fonte: Wikipedia
(**): Al di là dell'azione giudiziaria istituzionalizzata, che opera con una giustizia impositiva e codificata, esiste un senso della giustizia, definito talvolta naturale in quanto ritenuto innato, che impegna ogni singolo individuo a tenere nei confronti dei propri simili o gruppi, in situazioni ordinarie o straordinarie di usare criteri di giudizio, e di conseguente comportamento, rispondenti a giustizia nel senso di onestà, correttezza e non lesività del prossimo. È in questo senso che la giustizia diventa una virtù morale, quindi privata e non codificata e istituzionalizzata, che è però di enorme portata assiologica, in base alla quale si osservano regole comportamentali che riguardano sé e gli altri nei doveri e nelle aspettative.
Fonte: Wikipedia/Treccani.
Il post è lunghissimo (ricco di molti Quotes e note a piè dim pagina che lo appesantiscono), lo so, e infrango una regola del forum. Non sapevo fare altrimenti e esorto i moderatori a comunicarmi se lo devo cancellare o meno oppure ridurre ai minimi termini o a frammentarlo in più post. Più di così non sapevo come fare.
Zialala, sono disponibile anche a scambiarci i cellulari o darti la mia mail in modo che questo post non diventi un biloquio esclusivo fra noi...rischiando di andare
Comunque...
Beh, mica poco, sai... Infatti non è stato facile rispondere al tuo post, che rischia quasi di andare off-topic, ma non lo credo perché tu esprimi un lato in cui non mi ero mai imbattuto nell'analisi affannosa del comportamento umano.zialala ha scritto:Immaginavo di poter essere fraintesa.....
Ecco! Io la prendo proprio come una delle soluzioni possibili, alla quale mi sarebbe davvero difficile giungere ed è per questo che rispetto e ammiro il tuo comportamento antitetico al mio.zialala ha scritto:Ho raccontato quanto da me vissuto non per porlo come esempio ma per raccontare una delle soluzioni possibili:
Proprio perché era distorta, occorreva “raddrizzarla” almeno...secondo il mio modesto sentire, ovviamente. A me non sarebbe bastata una una normale telefonata o una tazza di tè per metterci una pietra sopra... A parte il fatto che il tè non mi piace molto.zialala ha scritto:non sono cattolica e non seguo la relativa morale etc..ed ho agito solo seguendo quello che sentivo dentro di me. Non sono vendicativa e quindi la vendetta non rientra nei miei schemi comportamentali e non ho ritenuto opportuno avere ulteriori spiegazioni dalla persona in questione in quanto, vista la premessa, era chiaro che aveva avuto una visione distorta, o no?, di tutta la faccenda.
Fammi capire: hai abbandonato il tuo incaponimento volto alla giustizia (che hai messo volontariamente tra virgolette* e in un angolo della tua vita) e che ti contraddistingueva nel passato per...”aspettare che il nemico passasse lungo il fiume?” O, ho ancora frainteso? Desculpame e non me ne volere Zialala. In effetti, sono un po' … de coccio.!zialala ha scritto: Molte volte mi sono incaponita nel voler essere chi riporta "giustizia" nelle situazioni e molte volte ho capito che le cose giravano da sole, senza necessariamente un intervento da parte mia.
Cosa è successo per passare da uno spirito legato alla giustizia** a una decisione di mutarti in non-intervenista? Questo mi sfugge...
Addirittura:
Cosa significhi “attiri”? E, quali sono le situazioni che hai bisogno per “imparare”: imparare cosa? Forse mi manca qualche passaggio o ti sei dimenticata di inserire un esempio o sottolineare cosa significhi per te imparare da queste situazioni. Io, francamente non riesco a capirlo. Imparare è troppo vago, sarebbe opportuno, sempre secondo il mio sentire, che tu definisca meglio cosa intendi per imparare. I beg your pardon.zialala ha scritto:Attualmente io non ho queste esigenze: sono piuttosto consapevole che attiro persone e situazioni di cui ho bisogno per imparare e non mi sento sminuita nella mia dignità se agisco in questo modo.
Ma per chiudere il cerchio, come giustamente dici tu, non occorreva, in virtù del mio sentire, nemmeno telefonare alla signora ingannatrice in questione. Infatti nel post precedente tu hai scritto:zialala ha scritto:Sono consapevole di chi sono e di che cosa valgo -!?! - e questa mia consapevolezza non dipende, almeno in questo caso, dal comportamento di altri. Vorrei far arrivare lo stato d'animo con cui ho agito: non mi son sentita né indulgente, né benevola nè particolarmente buona e non ho avuto bisogno di perdonare né di capire: ho solo accettato quello che era accaduto e l'ho guardato con altri occhi. Non c'è stato alcun ragionamento morale ma solo desiderio di chiudere un cerchio.
Ma era proprio necessario telefonare a questa ex-amica per sentirsi in pace? Ci mettevi una pietra sopra da sola e in cuor tuo (oblio?) tutto finiva lì, senza darsi troppo da fare e...pace facta est! E poi... di che cosa avete parlato così a lungo? Non per farmi i fatti tuoi, s'in tenda!zialala ha scritto:Alla fine della lunga telefonata, durante al quale mi sono rifiutata di tornare alle vecchie cose - almeno per me non hanno più senso - mi sono sentita bene, in pace con me stessa.
Beh, mica poco! Alla fine almeno il portafogli l'ha tirato fuori...zialala ha scritto:Per inciso, con gli anni la situazione ha avuto la sua compensazione anche dal punto di vista economico.
Buena suerte y Salud.
Maldito
(*): Le virgolette sono un segno tipografico usato per contraddistinguere una parola o una frase come citazione, discorso diretto, per evidenziarne la natura gergale, tecnica, metaforica o dialettale, o per parole e frasi straniere non ancora entrate nell'uso comune della lingua.[1] Vengono inoltre utilizzate da numerosi linguaggi di programmazione per delimitare le stringhe.
Nota 1^ Secondo Catach, già dal XVI secolo, l'uso delle virgolette sembra passare dalla funzione di richiamo dell'attenzione o di rinvio a margine (riferimento), a quello di segno della punteggiatura a tutti gli effetti. Cfr. Nina Catach, L'Ortographie française a l'époque de la Renaissance, Genève, Librairie Droz, 1968, p.300.
Fonte: Wikipedia
(**): Al di là dell'azione giudiziaria istituzionalizzata, che opera con una giustizia impositiva e codificata, esiste un senso della giustizia, definito talvolta naturale in quanto ritenuto innato, che impegna ogni singolo individuo a tenere nei confronti dei propri simili o gruppi, in situazioni ordinarie o straordinarie di usare criteri di giudizio, e di conseguente comportamento, rispondenti a giustizia nel senso di onestà, correttezza e non lesività del prossimo. È in questo senso che la giustizia diventa una virtù morale, quindi privata e non codificata e istituzionalizzata, che è però di enorme portata assiologica, in base alla quale si osservano regole comportamentali che riguardano sé e gli altri nei doveri e nelle aspettative.
Fonte: Wikipedia/Treccani.
“Un Kolibrì dorato arrivò volando a casa nostra e portò una nuova alba sul nostro altare. La luce si avvicina riflettendo la gioia che soffia il vento svegliandosi un nuovo giorno e la freschezza della montagna porta l'essenza di un Kolibrì innamorato”.
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Come dici tu, si rischia una conversazione a due: eppoi non sono molto portata per scrivere lenzuolate.....Per farti comprendere meglio, dovrei illustrarti come la penso, come la vivo, etc. ....meglio farlo, se ti interessa veramente, con un contatto privato. Se mi dici come posso contattarti, non sono pratica di forum etc. .,ti do il mio numero di telefono e ci possiamo parlare.
Re: La vendetta, il perdono o che cosa
Io le lenzuola le uso per andare a letto
Puoi cliccare su mp e penso tu possa mandarmi un messaggio privato.
Fai pure.
AyF
Maldito
Puoi cliccare su mp e penso tu possa mandarmi un messaggio privato.
Fai pure.
AyF
Maldito
“Un Kolibrì dorato arrivò volando a casa nostra e portò una nuova alba sul nostro altare. La luce si avvicina riflettendo la gioia che soffia il vento svegliandosi un nuovo giorno e la freschezza della montagna porta l'essenza di un Kolibrì innamorato”.